
Il progetto nasce nel 1988 come attività di volontariato da parte di un gruppo di giovani di Buscemi, coordinato da Rosario Acquaviva.Le idee guida sono state chiare e ben definite fin dall'inizio: recupero dei documenti del mondo popolare in una prospettiva anche di recupero del rapporto tra l'uomo e l'ambiente, secondo una visione ecologica nel senso proprio, etimologico, del termine, conservando e valorizzando gli stessi nella realtà in cui si sono depositati e stratificati i rapporti di produzione, le strutture, nell'ambiente, quale dimora dell'uomo, con i suoi segni e le forme del tempo.Le testimonianze del lavorodella terra e della vita quotidiana familiare sono state contestualizzate in tradizionali luoghi che descrivono, in manieta autentica, l'articolazione socio-economica e il lavoro del mondo contadino.Questa scelta museografica ha come risultato il dispiegarsi di un itinerario che coinvolge tutto il paese, dando a Buscemi la singolare definizione di "paese museo", considerato un esempio particolare in Europa. Un contributo, questo, sicuramente notevole al fine cui il museo della vita popolare deve puntare: "non tanto e non solo agli oggetti ma ai contesti ed ai livelli di cultura di cui gli oggetti sono elementi"( A.M. Cirese,1978) .Nel 1997 l'inserimento del Mulino ad acqua Santa Lucia, a Palazzolo Acreide, ha dato all'itinerario la dimesione intercomunale.Il contesto economico e culturale di una comunità viene documentato nel rapporto tra l'uomo e la natura, attraverso il fluire del tempo. Vi si scorgono il passato ed il presente a confronto, con le case di pietra di ieri e quelle di oggi, con la presenza ancora degli attori di questo passaggio, con le testimonianze stratificate e ancora leggibili.
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